Nel novecento

In questo secolo parlare di tecnologia e dalla usa storia diventa complesso: il numero di nuovi dispositivi, scoperte e progressi scientifici che nascono in questi 100 anni sono così elevate e intrecciate tra di loro che estrarne un unico filo conduttore risulta estremamente complicato.
Sempre accompagnati dal nostro tema centrale (l'azione convertire) proviamo ora a osservare un'elemento che risulta un nodo cardine della complessa tela formata dalla innumerevoli scoperte di questo secolo. 
In questo post voglio parlare di un elemento centrale dell'informatica, senza il quale, io non potrei scrivere questo post e voi non potreste leggerlo. Stiamo parlando del compilatoreun programma informatico che converte una serie di istruzioni scritte in un determinato linguaggio di programmazione (codice sorgente) in istruzioni di un altro linguaggio (codice oggetto).
A cosa serve questo compilatore e perchè dico che sia così importante.
Beh, senza questo elemento nessun programma, dal più semplice al più complesso, dalla calcolatrice all'intero sistema operativo, potrebbe essere utilizzabile dal computer. Infatti un computer parla e comprende solo il linguaggio binario, acceso e spendo, aperto e chiuso, 0 e 1, on e off. Quindi ogni azione che il nostro computer compie dalla più basilare alla più difficile è scomponibile in una lunghissima serie di 0 e 1. Ora, è evidente che per un informatico risulta molto difficile se non impossibile parlare con una macchina in questa lingua, ed è qui che entra in gioco il compilatore. Si è infatti pensato di creare dei linguaggi che si basi su semplici concetti logici comprensibili dal computer, come "se si verifica questo fai questo se no fai quello" (if than else)", oppure "fai questo fino a che non succede quello" (while do). Questi linguaggi che si basano su parole comprensibili all'uomo permette ai programmatori di scrivere un messaggio comprensibile dalla macchina dal punto di vista concettuale ma non ancora formale, ovvero che le cose scritte il computer le può fare ma non capisce ancora cosa c'è scritto. Ebbene, raggiunto questo punto il compilatore traduce, converte questo linguaggio più umano in una serie di 0 e 1 cosicché sia il programmatore che la macchina possono ora comunicare.
Bisogna però specificare che il compilatore non è un qualcosa di fisso, un programma universale. Come per tradurre dallo spagnolo all'italiano e dall'inglese all'italiano servono due dizionari diversi, per ogni linguaggio informatico servono diversi compilatori, nonostante la lingua di arrivo sia la stessa.
Per concludere sul compilatore cito brevemente la sua storia. A partire dal 1950 vennero sviluppati diversi compilatori sperimentali, ma nel 1957 il team Fortran presso l'IBM, guidato da John Backus, fu il primo a realizzare un compilatore completo. L'idea della compilazione prese velocemente piede e molti dei principi di design dei compilatori vennero sviluppati negli anni sessanta.
Il ruolo del compilatore risulta fondamentale per l'uomo per fare un enorme passo avanti nell'informatica, potendo di fatto ora costruire sistemi e applicativi molto complessi con relativa facilità. E di pari passo con l'informatica, scienza di supporto a tutte le altre, si sono poi potute sviluppare in modo esponenziale tutte le altre.

Link e fonti


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