Conversione, nell'attualità

Notizia di questi giorni è la liberazione dell'attivista Silvia Romano, news che è subito balzata in cima al dibattito pubblico a causa della sua conversione all'Islam che a molti è sembrato un atto irrispettoso verso la nostra nazione e ad altri come un fatto totalmente insignificante nello scenario complessivo della complicata operazione che si è, fortunatamente, conclusa con un lieto fine
Non è però questo il luogo di cui discutere della vicenda tanto quanto io non ne possieda le competenze per esprimere un giudizio argomentato e rilevante. L'obbiettivo e il tema di questo post è molto semplice: dimostrare come il concetto che il verbo convertire porta con se sia tanto antico (come abbiamo visto con altri post) quanto attuale. Questa azione che trascende molti ambiti l'abbiamo ormai osservata applicarsi in moltissimi ambiti diversi ma mancava ancora una dimostrazione del uso quotidiano e comune. Con questo si è fatto un altro grande passo avanti nell'argomentare uno dei temi fondanti del blog, mostrare quanto le parole i verbi e le azioni siano trascendenti un determinato ambito, tecnologico, scientifico, accademico o volgare e che sia applicabile, con le giuste attenzione a diversi contesti e con diversi toni.


L'abbecedario di "Convertire"

Abbiamo visto la grande capacità che ha questa azione intesa sia tecnologicamente che non in vari ambiti diversi. Vediamo oggi il suo abbecedario (link per approfondire):

A    come... Acciaio
B    come... Bessemer Henry
C    come... Carbonio
D    come... Denaro
E    come... Euro
F    come... File
G    come... Ghisa
H    come... Henry Cort
    come... Inox
L    come... Lucien Gaulard
M   come... Martin Pierre-Emile
O    come... Ovidio
P     come... Pudellaggio
R    come... Religione
S     come... Siderurgia
T     come... Thomas Sidney
U    come... Unità (di Misura)
V    come... Valuta
W   come... Wooltz
Z    come... Zloty


Un Protagonista della Coversione

Abbiamo visto in questo post la storia di un processo chimico-industriale e vediamo ora la storia del suo ideatore. Henry Bessemer è entrato di fatto nella storia per aver rivoluzionato il mondo della siderurgia e perché no anche quello dell'industria in generale. 
Henry Bessemer nasce a Charlton il 19 Gennaio 1813 in una famiglia ugunotta mediamente agiata. Delle sue figure genitoriali è degna di nota la figura del padre, Anthony Bessemer, che fu, come poi diverrà anche il figlio, un illustre ingegnere che si distinse per delle importanti modifiche al microscopio ottico e ciò gli valse il riconoscimento all'Accademia Francese delle Scienze.
Tornando al figlio, oggetto del nostro interesse, egli si mostra fin dalla tenera età interessato all'attività del padre. Compiuti gli studi, molti dei quali da autodidatta per approfondire la conoscenza ingegneristica, si dedico subito alla pratica. Dopo alcune attività di gavetta riusci a farsi un nome grazie alla scoperta di un innovativo metodo per ottenere la polvere "d'oro" dall'ottone, materia molto richiesta per fare vernici. Grazie a questa florida attività riuscì a raccimolare una grande fortuna e la consapevolezza della sua passione per la metallurgia.
La storia che porta alla sua più grande opera, il Convertitore Bessemer, ha inizio tra il 1853 e il 1856 quando era all'apice la Guerra di Crimea. Il nostro protagonista aveva appena prodotto un nuovo proiettile per l'artiglieria, ed era intento a venderlo all'esercito francese. Nelle negoziazioni però egli scopri che i cannoni in ghisa dell'esercito francese non erano abbastanza resistenti per il suo nuovo proiettile. Allora cercò un modo per rendere la ghisa più forte e si dedico allo studio di questo materiale.
Nei suoi esperimenti scoprì che l'eccesso di ossigeno nei gas caldi della sua fornace sembrava aver rimosso il carbonio dal ferro. Bessemer ha quindi scoperto che soffiare aria attraverso la ghisa fusa non solo purificava il ferro, ma lo riscaldava ulteriormente, permettendo al ferro purificato di essere facilmente versato. Questo effetto di riscaldamento è causato dalla reazione dell'ossigeno con il carbonio e il silicio nel ferro. Utilizzando questa nuova scoperta egli sviluppò il suo processo, che poi sintetizzò in un'unica opera ingegneristica, il suo convertitore. Nel 1856 quindi presenta la sua scoperta all'Association for the Advancement of Science a Cheltenham.
Dopo alcuni anni si presentano però le prime difficoltà che necessiteranno dell'intervento di Sidney Thomas. Il convertitore inventato da Bessemer ebbe la debolezza di non eliminare due elemnti che danneggiavano notevolmente il risultato: zolfo e fosforo. Il sopra citato Thomas sviluppò poi una variante del progetto originale che permise utilizzare anche il ferro ricco di queste due sostanze.
Dopo altre scoperte minori il 26 Giugno 1879 venne nominato cavaliere dalla regina Vittoria per le sue numerose invenzioni che furono fornite al popolo inglese. Egli si spende nel 1898 a Londra con all'attivo 128 brevetti.

Disegno di Bessemer - Leslie Ward, 1880
Disegno di Bessemer - Leslie Ward, 1880

Link e fonti:





Nel novecento

In questo secolo parlare di tecnologia e dalla usa storia diventa complesso: il numero di nuovi dispositivi, scoperte e progressi scientifici che nascono in questi 100 anni sono così elevate e intrecciate tra di loro che estrarne un unico filo conduttore risulta estremamente complicato.
Sempre accompagnati dal nostro tema centrale (l'azione convertire) proviamo ora a osservare un'elemento che risulta un nodo cardine della complessa tela formata dalla innumerevoli scoperte di questo secolo. 
In questo post voglio parlare di un elemento centrale dell'informatica, senza il quale, io non potrei scrivere questo post e voi non potreste leggerlo. Stiamo parlando del compilatoreun programma informatico che converte una serie di istruzioni scritte in un determinato linguaggio di programmazione (codice sorgente) in istruzioni di un altro linguaggio (codice oggetto).
A cosa serve questo compilatore e perchè dico che sia così importante.
Beh, senza questo elemento nessun programma, dal più semplice al più complesso, dalla calcolatrice all'intero sistema operativo, potrebbe essere utilizzabile dal computer. Infatti un computer parla e comprende solo il linguaggio binario, acceso e spendo, aperto e chiuso, 0 e 1, on e off. Quindi ogni azione che il nostro computer compie dalla più basilare alla più difficile è scomponibile in una lunghissima serie di 0 e 1. Ora, è evidente che per un informatico risulta molto difficile se non impossibile parlare con una macchina in questa lingua, ed è qui che entra in gioco il compilatore. Si è infatti pensato di creare dei linguaggi che si basi su semplici concetti logici comprensibili dal computer, come "se si verifica questo fai questo se no fai quello" (if than else)", oppure "fai questo fino a che non succede quello" (while do). Questi linguaggi che si basano su parole comprensibili all'uomo permette ai programmatori di scrivere un messaggio comprensibile dalla macchina dal punto di vista concettuale ma non ancora formale, ovvero che le cose scritte il computer le può fare ma non capisce ancora cosa c'è scritto. Ebbene, raggiunto questo punto il compilatore traduce, converte questo linguaggio più umano in una serie di 0 e 1 cosicché sia il programmatore che la macchina possono ora comunicare.
Bisogna però specificare che il compilatore non è un qualcosa di fisso, un programma universale. Come per tradurre dallo spagnolo all'italiano e dall'inglese all'italiano servono due dizionari diversi, per ogni linguaggio informatico servono diversi compilatori, nonostante la lingua di arrivo sia la stessa.
Per concludere sul compilatore cito brevemente la sua storia. A partire dal 1950 vennero sviluppati diversi compilatori sperimentali, ma nel 1957 il team Fortran presso l'IBM, guidato da John Backus, fu il primo a realizzare un compilatore completo. L'idea della compilazione prese velocemente piede e molti dei principi di design dei compilatori vennero sviluppati negli anni sessanta.
Il ruolo del compilatore risulta fondamentale per l'uomo per fare un enorme passo avanti nell'informatica, potendo di fatto ora costruire sistemi e applicativi molto complessi con relativa facilità. E di pari passo con l'informatica, scienza di supporto a tutte le altre, si sono poi potute sviluppare in modo esponenziale tutte le altre.

Link e fonti


Dalla ghisa all'acciaio... conversione ottocentesca

Abbiamo affrontato in altri post [Storia antica, Medioevo, Settecento] molte tappe fondamentali dello sviluppo della tecnologia nel corso della storia e arriviamo oggi nel XIX secolo. Questo secolo, primo dell'epoca moderna, è ricco di avvenimenti fondamentali e di cui oggi risentiamo ancora direttamente gli effetti. Nasce quello che diventerà poi la nostra repubblica, si combatte la guerra di secessione americana, partendo dalla caduta di Napoleone si chiude poi con la cosiddetta Belle Epoquè. 
Nonostante questi innumerevoli avvenimenti l'uomo ha avuto anche il tempo fondare nuove scienze e evolversi con nuove tecnologie. Seguendo il tema centrale del blog l'avvenimento tecnologico che più ebbe risonanza nel mondo fu il Convertitore Bessemer.
Quella della trasformazione della ghisa in acciaio può essere considerata un’impresa di grande portata, forse al pari di quella della conquista della luna, luogo dove, indirettamente, l’uomo è stato portato dall’acciaio: cioè un grande passo per lo sviluppo tecnologico dell’umanità!
L'acciaio è così definito: è una lega ferrosa composta principalmente da ferro e carbonio, quest'ultimo in percentuale non superiore al 2,06%; oltre tale limite, le proprietà del materiale cambiano e la lega assume la denominazione di ghisa.
Cioè bisogna trovare il modo di ridurre il tenore di carbonio della ghisa fino ai valori tipici dell’acciaio; meglio se con tale operazione si eliminano anche gli elementi inquinanti già presenti senza aggiungerne altri.
Il processo è stato studiato da molti chimici e ingegneri, ognuno dei quali ha proposto varie soluzioni che gettano le basi per la scoperta che è la base del nostro post. Per non appesantire troppo la lettura tratterò di questi in altri post successivi. La svolta si ha con l'ingesso in scena di Henry Bessemer.
Prima di essere un metallurgista Bessemer fu un ricercatore: sperimentava metodi per ottenere prodotti di alta qualità, soprattutto relativamente alle loro caratteristiche meccaniche, partendo da ghisa liquida. I suoi esperimenti consistevano nel versare, entro un crogiolo d’argilla riscaldato esternamente, la ghisa liquida su prodotti solidi a cui attribuiva un’azione ossidante in grado di bruciare l’eccesso di carbonio. Potrebbe essere andata così: per raffreddare il bagno metallico una volta utilizzò un getto di aria compressa, facendolo gorgogliare nel liquido. Grande sorpresa: pur essendo fredda, l’aria produceva un forte riscaldamento della ghisa, con sviluppo di fiamme, tanto da rendere inutile qualsiasi riscaldamento esterno! Da ciò Bessemer sviluppò l’idea del convertitore, cioè di un reattore termicamente autogeno, che non ha bisogno di fonti di calore esterne in quanto quello necessario viene fornito da reazioni chimiche esotermiche. La data di nascita del convertitore è 14 agosto 1856, quando Bessemer pubblicò i suoi dati sul quotidiano The Times.
Schemi del convertitore

Si suole dire che il convertitore ha una forma detta a pera e che può ruotare su se stesso (Fig. 19); è fabbricato in acciaio ed è rivestito internamente da refrattario. Il convertitore è dotato di una suola forata e da lì viene soffiata aria. Con la suola in alto si può immettere nel convertitore la ghisa liquida, proveniente dall’altoforno. Poi si ruota il convertitore iniziando il soffiaggio: in posizione verticale il convertitore è percorso dal flusso di aria e dalla sua bocca escono fiamme. A fine conversione, una nuova rotazione verso il basso permette lo svuotamento.
Questa invenzione fu fondamentale nell'evoluzione della siderurgia anche se il puro convertitore Bessemer ebbe vita breve e fu soppiantato dopo pochi anni. Questo a causa dei suoi problemi nell'eliminazione dello zolfo e del fosforo che rendevano il risultato di scarsa qualità. Nonostante ciò solo grazie a Bessemer si è fatto il passo fondamentale verso una produzione moderna.


Link e fonti:



La potenza del vapore

Nel nostro percorso sulla storia della tecnologia abbiamo affrontato due grandi tappe in due precedenti post: la storia antica e il medioevo; possiamo quindi ora dirigerci verso la storia moderna e nello specifico nel XVIII secolo. In questo post, accompagnati sempre dal verbo convertire, scopriremo la storia di una delle idee protagoniste della prima rivoluzione industriale. 
La macchina a vapore fu una delle innovazioni tecnologiche piu influenti del secolo, nata grazie agli studi di Papin nel 1679, inizialmente fu utilizzata solo per estratte l'acqua dalla miniere e solo grazie a James Watt ,che la migliorò notevolmente, la macchina entrò nel mercato iniziando ad essere applicata al settore tessile che fu il propulsore della prima rivoluzione industriale.
L'idea di fondo, che è quella che lega il tema del blog alla vicenda, come abbai visto nel post riguardante l'Architronito non è nulla di nuovo ma semplicemente è stata sviluppata a pieno impiegando tutto il suo potenziale. Di fatto questa grande macchina ha un funzionamento semplice si basa infatti sull'espansione del vapore in seguito alla sua conversione dall'acqua. La pressione che fornisce questo aumento di volume viene utilizzato il pistone. In seguito il noto si evolve come in figura 

Ebbene con questa semplice e antica idea il mondo è cambiato completamente facendo un passo molto grande verso la società odierna e ancora una volta possiamo trovare protagonista il nostro verbo convertire.


Link e Fonti:


Conversione nel Medioevo

Riprendendo la strada intrapresa con questo post, dopo aver visto la nascita dalle prime tecnologie nel mondo antico, proseguiamo il nostro viaggio nel medioevo per osservare una delle invenzioni che fu protagonista nell'evoluzione tecnologica avvenuta in questa affascinante epoca.
Sempre seguendo il filo rosso tracciato dal tema centrale di questo blog, il verbo convertire, vedremo oggi la storia di una delle macchine più potenti che l'uomo creò in questa fase della sua storia: il mulino. Questa macchina è famosa ancora ai giorni nostri è diventata simbolo di una nazione, l'Olanda, ed è anche protagonista di uno dei romanzi cavallereschi più celebri della stroria: Don Chichotte.
Mulino ad acqua di Braine-le-Château, XII secolo.
Ebbene, questa macchina basa il suo funzionamento sull'idea di convertire l'energia meccanica di una fonte naturale quale l'acqua o il vento in un'energia utilizzabile dall'uomo. Nello specifico voglio oggi trattare del mulino ad acqua in questo che come si suol dire è quello originale.
Il mulino ad acqua ha una storia con radici molto antiche, è ovvia la sua derivazione dalla ruota ad acqua che fu uno strumento utilizzato sin dalle antiche civiltà mesopotamiche per spostare masse d'acqua. La stessa tecnologia trova un evoluzione nel mondo romano fino ad essere poi perfezionata in un vero e proprio mulino ad acqua nel IX secolo nel mondo arabo. Questa macchina diventa subito indispensabile per la società araba tanto che in ogni regione del vasto impero se ne potevano trovare a decine. Con la diffusione della cultura araba in spagna il mulino ad acqua fa la sua comparsa in europa. Trova il suo massimo splendore tra nel 1200 circa dove ne erano presenti ormai a centinaia in tutta europa in varie configurazioni. I mulini ad acqua sono stati impiegati per molteplici usi prima dell'era industriale. Alcuni sono:
Schema del mulino ad acqua

  • per la macinatura dei cereali, l'utilizzo più antico;
  • per il funzionamento delle segherie, nel settore forestale;
  • per azionare fulloni e telai, nell'industria tessile;
  • nella lavorazione dei metalli, per azionare macine, forge e martelli per forgiatura;
  • per azionare delle pompe idrauliche;
  • mulino per carta: dal XIII al XVIII secolo l'energia del mulino veniva utilizzata per sfibrare gli stracci e la pasta di legno con l'utilizzo di mazze e martelli dotati di punte.
  • per la produzione dell'elettricità con l'utilizzo di un generatore.

Si vede quindi come questa macchina fondata sul concetto di conversione dell'energia idraulica fu letteralmente il motore del medioevo

Link e Fonti

https://it.wikipedia.org/wiki/Mulino_ad_acqua

https://aiams.eu/storia/i-mulini-ad-acqua.html

Architronito, un'idea nata prima del suo tempo

Tutti sappiamo che la potenza che sprigiona l'acqua nella sua conversione in vapore fu, letteralmente, il motore della prima rivoluzione industriale, ma pochi sanno che l'idea di fondo, quella di utilizzare la sua forza in una macchina, è molto più antica.
Ci troviamo nel 212 a.C in una delle guerre più leggendarie della storia: l'assedio a Siracusa. Questa guerra è passata alla storia per Archimede il genio siciliano che umiliò le truppe romane con le sue grandi invenzioni.
Tra le tante celebri idee, questa è passata molto in sordina forse perchè come si suol dire "bella l'idea ma poco la realizzazione". Infatti l'idea di fondo dell'architronito è molto potente ma applicata a un cannone non rende molto. Di fatto questa macchina con questo nome molto esotico non è altro che un cannone a vapore che sfrutta la conversione dell'acqua dallo stato liquido allo stato aeriforme. 
Dopo questa guerra l'architronico fa poca altre comparse fino al 46 a.C e dopo di che scompare fino al 1606 quando un altro genio, Leonardo da Vinci, riprende l'idea pari pari per creare un ennesima macchina chiamata Archituono.



Link e Fonti:

https://it.wikipedia.org/wiki/Architronito

https://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Siracusa_(212_a.C.)