Il tema della conversione nella mitologia

Il verbo convertire, nei suoi molti ambiti di applicazione, si presta molto bene alla mitologia. Grazie al mio liceale studio della letteratura latina mi è subito tornato alla mente il mito di Apollo e Dafne reso celebre dal vivo marmo di Bernini. Questo mito è arrivato fino ai giorni nostri attraverso il  capolavoro di Ovidio: "Le Metamorfosi".
Apollo e Dafne, 1622-1625
Gian Lorenzo Bernini
Il mito ha però radici più antiche, come per la maggior parte della cultura latina bisogna ricercarne le origini negli scritti greci. In questo caso però le reali origini sono da ricercare ancora in tempi più remoti, si pensa che la nascita di questo mito abbia luogo nell'arcaica tradizione orale greca.

Quelle che interessa a noi ora però, non è tanto la storia del mito ma piuttosto il suo legame con il verbo "Converire". Si può subito notare che già con il titolo dell'opera vi è un analogia di significato. Infatti "Mutare" e "Convertire sono indicanti come sinonimi nel dizionario.
Però l'elemento più significativo di questo legame che rende così vicina la storia, del dio Apollo e della ninfa Dafne, sta però nella narrazione stessa.

"Dopo aver ucciso il serpente Pitone, Apollo si sentì particolarmente fiero di sé, perciò si vantò della sua impresa con Cupido, dio dell’Amore, sorridendo del fatto che anche lui portasse arco e frecce, ed affermando che quelle non sembravano armi adatte a lui. Cupido indignato, decise allora di vendicarsi: colpì il dio con la freccia d’oro che faceva innamorare, e la ninfa, di cui sapeva che Apollo si sarebbe invaghito, con la freccia di piombo che faceva rifuggire l’amore, per dimostrare al dio di cosa fosse capace il suo arco. Apollo, non appena vide la ninfa chiamata Dafne, figlia del dio-fiume Peneo, se ne innamorò. Tuttavia, se già prima la fanciulla aveva rifiutato l’amore, dedicandosi piuttosto alla caccia come seguace di Diana, essendo stata colpita dalla freccia di piombo di Cupido, quando vide il dio, cominciò a fuggire. Apollo iniziò allora ad inseguirla, elencandole i suoi poteri per convincerla a fermarsi, ma la ninfa continuò a correre, finché, ormai quasi sfinita, non giunse presso il fiume Peneo, e chiese al padre di aiutarla facendo dissolvere la sua forma. Dafne si trasformò così in albero d’alloro prima che il dio riuscisse ad averla, egli, tuttavia, decise di rendere questa pianta sempreverde e di considerarla a lui sacra: con questa avrebbe ornato la sua chioma, la cetra e la faretra; ed inoltre, d’alloro sarebbero stati incoronati in seguito i vincitori e i condottieri. "
[Il brano è ripreso dal sito della facoltà di lettere antiche della Sapienza di Roma: Iconos].

Il tema della conversione, inteso qui in un significato più fisico molto vicino anche al significato più tecnico dove si usa il verbo per esprimere un mutamento di forma e di composizione a livello fisico-chimico. La metamorfosi di Dafne implica infatti questo tipo di conversione nella sua trasformazione in alloro. Questo mito dimostra ancora una volta la versatilità di applicazione del verbo, anche se non riportato in modo diretto (ma attraverso stretti sinonimi).


Fonti:
Iconos: http://www.iconos.it/
Cricco di Teodoro: https://www.zanichelli.it/ricerca/prodotti/il-cricco-di-teodoro-itinerario-nell-arte-cricco-di-teodoro-001
Sinonimi e Contrari: https://www.sinonimi-contrari.it/

Per approfondire

Nessun commento:

Posta un commento