Un brevetto

Abbiamo parlato di molte invenzioni in questo blog, e ogni invenzione ha il suo inventore, o almeno così dovrebbe essere. La storia è ricca di lotte per la paternità di un'idea o di veri e propri furti di progetti e per questo si sono ideati i brevetti. Essi sono un'importante strumento giuridico attraverso il quale si può proteggere la propria proprietà intellettuale e di conseguenza si può assicurare il diritto esclusivo all'utilizzo di quel progetto. Non è però dei brevetti che voglio parlare e rimando la vostra curiosità allle pagine linkate a piè di pagina che approfondiscono meglio il concetto.
Voglio invece parlare di un brevetto specifico che ho potuto conoscere grazie allo trumento integrato in Google chiamato Google Patents. Non per fare pubblicità ma è un eccellente servizio che viene offerto dal colosso dell'informatica che serve per fare ricerche specifiche in questo ambito analizzando migliaia di registi in tutto il mondo.
Attratto dalla curiosità ho incominciato a sfogliare nei brevetti che avessero un appiglio alla tematica centrale del blog e ho trovato questa idea che mi ha molto colpito. Il progetto è tutto italiano e prende il nome di Luminescent solar concentrator using perovskite structures, è stato sviluppato dal  team di ricerca del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca coordinato dai professori Francesco Meinardi e Sergio Brovelli che ha messo a punto dei concentratori solari a nanoparticelle descritti nello studio “Highly efficient large-area colourless luminescent solar concentrators using heavy-metal-free colloidal quantum dots” pubblicato sulla rivista “Nature Nanotechnology”. Le plastiche fotovoltaiche sviluppate in Bicocca, a poco più di un anno dalla pubblicazione di un primo studio dello stesso team che ne dimostrava i vantaggi rispetto alle tecnologie tradizionali a base di coloranti organici, concretizzano il sogno di realizzare concentratori solari luminescenti e sono ora una tecnologia che aspetta solo di essere prodotta su larga scala.
Questi pannelli sono dotati di nanoparticelle che intrappolano una frazione della luce che lo attraversa per poi convertirla in energia pulita e sostenibile. Ovviamente la tecnologia non è ancora sul mercato e si sta cercando di portare l'efficienza complessiva dal 3% al 10% senza compromettere la trasparenza. Il progetto se dovesse andare a buon fine potrebbe davvero rivoluzionare il mondo del fotovoltaico poichè nonostante la maggiore efficienza dei pannelli classici, questa tecnologia potrebbe competere in termini di prezzo (per ora 50 €/m^2, ma destinato a scendere), minore impatto estetico e se applicato in tutta la casa anche in termini di produzione elettrica.




Link e approfondimenti


Luminescent solar concentrator using perovskite structures su Google patents


                

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