Conversione... nel futuro

Quando pensiamo al futuro ci si pongono davanti due alternative: una utopica e una distopica. Di questi tempi di pandemia globale direi che la lancetta è più direzionata a un mondo post fallout. Io invece mantengo la mia visione ottimista e vedo un futuro radioso davanti a noi e per questo voglio presentare una tecnologia in grado di cambiare il mondo. 
A parte gli scherzi, nel cercare di prevedere come la tecnologia umana si possa evolvere nel futuro, non si ha tanto un problema di immaginazione, si veda la numerosissima produzione fantascientifica, ma si ha un problema di concretezza in genere legata o all'energia o ai costi. Beh data la mia scelta universitaria posso sbilanciarmi a trovare una risposta più alla prima problematica che alla seconda e voglio ora proporre una idea in merito. 
In realtà l'idea non è mia ed anzi è molto più vecchia di me, ma nonostante ciò non è ancora detto che abbia abbastanza tempo a disposizione per vederla realizzata. Sto parlando della fusione nucleare. Da non confondere con la fissione nucleare, la fusione nucleare è quel processo che a partire da due nuclei (abbastanza piccoli, in genere nuclei di idrogeno o suoi isotopi) mossi con abbastanza forza produce un nuovo nucleo di una specie differente, liberando un enorme quantitativo di energia, che poi convertita può fornire la tanto desiderata energia elettrica.
Quando si sente parlare di energia nucleare la nostra mente ci porta a galla ferite profonde ormai insite nel genere umano, ma l'energia convertita dalla fusione nucleare è molto differente da quella prodotta dalla fissione.
I due processi sono agli opposti se da un lato abbiamo una produzione di nocive scorie radioattive, dall'altra questo problema è inesistente, se da un lato abbiamo il rischio di un esplosione nucleare, dall'altro una reazione incontrollata è fisicamente impossibile e se da un lato abbiamo una carenza di combustibile, dall'altra l'idrogeno è l'elemento più comune in natura. Ebbene, questa tecnologia sembra un paradiso, senza difetti, pulita, efficiente e poco costosa. Ma come in tutte le belle promesse c'è un ma. In realtà per funzionare questa tecnologia ha bisogno di altissime temperature, riproducibili solo con grandissime quantità di energia, il che però, direte voi, non ha senso. In effetti è così spendere energia per produrne non ha senso finché non produci più energia di quanta ne spendi. Ad oggi è uno dei problemi centrali della realizzazione di questo macchinario che, se non risolto, lo renderebbe totalmente inutile. Oltre a questo problema si pone quello di mantenere lo stato di plasma, necessario allo svolgimento della reazione, che essendo a temperature elevatissime fonderebbe qualsiasi materiale da noi conosciuto. 
Dopo avervi illusi con tante belle promesse, ora vi ho totalmente demoralizzato. In realtà alcune soluzioni ci sono già e al lavoro vi è una grande associazione internazionale che sta costruendo il primo reattore a costo zero, ovvero che spende tanto quanto produce. L'associazione si chiama ITER e ha la sede qua vicino a noi a Cadarache nel sud della francia.
Quanti anni ancora dovremmo aspettare per poter convertire questa grandiosa energia di fusione nucleare nella preziosa elettricità non so dirvelo ma so solo che sarà uno di quei passi che ci muoveranno in avanti verso un futuro più utopico che distopico, e magari fatto di palazzi luminosi e cromati con macchine volanti che girano all'impazzata invece che fatto di un deserto radioattivo post apocalisse.




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